Nelle
gamme HF, sempre piu' affollate da grandi broadcasters ma via via
abbandonate dalle emittenti piu' piccole e intriganti (complici internet
e la crisi di questi anni), dove e' ancora possibile provare emozioni
e' al di fuori delle gamme riservate al broadcasting: e' l'ascolto
utility o UTE. Ma non e' la sola ragione.
Gli
enormi progressi dell'informatica permettono oggi ascolti e decodifica
di trasmissioni digitali che fino a pochi anni fa erano impensabili, se
non inaccessibili perche' necessitavano di apparecchiature costosissime
e non alla portata dell'hobbista-amatore.
Ma
oltre a queste componenti di natura tecnica ce ne e' una squisitamente
psicologica. Le stazioni utility sono sempre state avvolte dal fascino
del sintomatico mistero che si cela dietro quei segnali incomprensibili,
volutamente occultati e cifrati, e immaginati come provenienti da
qualche marconista imbarcato su un incrociatore al largo nel Mar Baltico
o da una telescrivente nei sotterranei di una Ambasciata.
A
questo indiscusso fascino tanto hanno contribuito film e romanzi... ma
tanto ci mettiamo anche del nostro. Come ho avuto modo di scrivere sul
gruppo AIR-Radioascolto di facebook: “L'ascolto utility (UTE) non e' la
caccia a stazioni diplo/militari per cercar di carpire chissa' quale
segreto o comunicazione riservata da poter esibire ad amici/colleghi
increduli: la soddisfazione e' nell'impegnarsi (a volte ci vogliono
anche una decina di minuti) con VFO e settings del software di
decodifica per ottenere una ricezione corretta e poter quindi procedere
ad identificarne la fonte. Ergo, non basta la radio e l'antenna, ci
vuote testa e fatica: il decoder vero sei te”. La parola d'ordine (tanto
per restare in tema) e' quindi smitizzare ed imparare.
E
iniziamo con il numero zero della rubrica Utility DXing proprio
partendo da queste semplici considerazioni, cercando di chiarire i
“chi”,”cosa”, “come” e “dove” e mettendo i primi punti fissi da dove
partire con le nostre incursioni nelle gamme utility HF. Ogni puntata (a
partire dalla prossima) sara' poi strutturata con log di ascolti, news,
monografie su Organizzazioni (civili e militari) che operano le
stazioni utility, nozioni di base sui vari sistemi di trasmissione
digitale, installazione e uso di software di decodifica, i vostri
contributi... e le (rare, per ovvi motivi) QSL. Da parte mia spero di
soddisfare sia le aspettative degli ascoltatori piu' esperti che di
quelli che si avvicinano per la prima volta a questo tipo di ascolto,
con l'obbiettivo di fornire uno strumento che aiuti e faciliti e sia in
un certo senso propedeutico alla gran massa di informazioni che e'
possibile reperire sulla rete. Vorrei suscitare il vostro interesse e la
vostra collaborazione: sono sempre attivo sul gruppo Radioascolto di fb
quindi consigli, suggerimenti e critiche sono sempre i benvenuti.
Partiamo
dall'inizio e innanzitutto dalla parola utility: cosa si intende
radiantisticamente con questo termine? Come prima definizione potremmo
dire per esclusione che tutto quello che non e' broadcasting o
radioamatori rientra nel campo delle trasmissioni utility, ovvero tutti
quei segnali “strani” che a volte sembrano solo rumori (STANAG e' uno di
questi) e che popolano la gran parte dello spettro HF.
Piu'
precisamente, mentre le stazioni che trasmettono in broadcast hanno
come destinatari tutti i potenziali ascoltatori (potremmo tradurre
l'inglese broadcast nell'italico radiodiffusione circolare) , le
stazioni di utility hanno come destinatari un insieme ben definito di
'ascoltatori', o piu' correttamente di 'utilizzatori'. Infatti, una
stazione utility - come dice il suo nome – altro non e' che una stazione
di utilità, ovvero una stazione che trasmette informazioni che sono
“utili” all'attività dei destinatari ai quali tali trasmissioni sono
dirette.
Definito
il significato e il compito delle stazioni utility, vediamo ora un po'
piu' da vicino quali siano i destinatari e quindi le attivita' che sono
servite da queste trasmissioni, in questo modo avremo gia' una loro
prima generica classificazione (fra parentesi la loro identificazione
nel gergo che sara' anche usato nel prosieguo della rubrica):
supporto alla navigazione aerea e marittima di tipo civile/commerciale (air e maritime)
supporto alla navigazione aerea e marittima di tipo militare (air force, navy)
comunicazioni fra sedi diplomatiche (diplo)
enti e organizzazioni civili quali croce rossa, prot.civile,... (civ)
comunicazioni militari generiche (mil,pol,...)
agenzie giornalistiche di stampa, oramai rare, (press)
Questa
classificazione non ha la pretesa ne' di essere completa ne' di essere
particolareggiata, potendo ulteriormente suddividere ad esempio fra
polizia doganale e polizia di frontiera, fra guardia civile e guardia di
finanza, fra comunicazioni aria-terra e terra-aria, fra guardia marina e
comunicazioni inter-forze,... Ma questo non deve scoraggiarci, il mondo
delle utility e' talmente vasto e variegato (e mutante!) che non
basterebbe un libro – e voluminoso - a definirlo: passo dopo passo e con
la giusta pazienza e determinazione tutto diverra' via via piu' chiaro e
quello che oggi sembrano sigle e numeri senza senso saranno poi
preziose fonti di informazioni per la definizione degli ascolti.
Le
stazioni utility sono operate da Istituzioni Governative-Ministeriali
(dalla Guardia Costiera degli Stati Uniti alla Polizia Irachena di
Frontiera, dalla Marina Militare Colombiana alla Protezione Civile
Turca,...). Sono frequenti gli ambiti operativi in cui le varie
Istituzioni Nazionali cooperano riunite in network assumendo la veste di
Organizzazioni Internazionali, per lo piu' con compiti di supporto
alla navigazione aerea e marittima sia di natura commerciale che civile;
sono un esempio i sistemi HFDL GlobaLink, GMDSS/DSC,... pur rimanendo
le singole stazioni trasmittenti nell' autorita' del proprio Stato. Per
finire, dall'altra parte non sempre ci sono degli “umani” ma bensi'
computer che automaticamenete inoltrano e processano i messagi ricevuti.
Se
il “chi” e' abbastanza chiaro, passiamo al “cosa”: vale a dire, che
contenuti possiamo ragionevolmente aspettarci di ricevere? Dipende.
Dipende dal sistema di trasmissione e dal servizio che offre la stazione
utility ricevuta. Molti sono i servizi meteorologici quali quelli
trasmessi in chiaro e in fonia relativi alle condizioni meteo degli
aeroporti, ascoltabili sulle frequenze della rete Volmet (Informazioni
meteorologiche per i velivoli in volo); bolettini NAVTEX (NAVigational
TEXt Messages) sulla situazione dei mari o le carte meteo trasmesse dai
vari servizi WEFAX (Weather Facsimile). Altri contenuti riguardano la
comunicazione automatica fra velivolo e stazioni di terra (ACARS-HF) o
la instaurazione di collegamenti punto-punto senza intervento umano
quali ALE ( Automatic Link Establishment o MIL-STD 188-141A). E'
possibile incontrare trasmissioni continue in CW del proprio call-sign
con lo scopo di segna-posto (marker) per tenere occupata quella
frequenza in attesa di usarla per inoltrare messaggi in altra modalita'.
E'
inoltre assai frequente la ricezione di interminabili stringhe di
caratteri perfettamente incomprensibili, in cui si sperimenta la stessa
sensazione che prova una scimmia messa davanti ai manzoniani Promessi
Sposi. E qui voglio ribadire ancora una volta che nessun serio UTE-DXer
va a caccia di sensazioni forti: quello che interessa e' il segnale in
se' e – ovviamente – la stazione trasmittente.
Esclusi
i messaggi in fonia (dove impieghiamo decoder biologici quali orecchio e
cervello) per gli altri dovremo dotarci di decoder software: ce ne
sono di multi-purposes quali ad esempio multipsk, sigmira, sorcerer,...
che sono in grado di decodificare una ampia gamma di segnali, e software
dedicati alla decodifica di specifiche modalita' quali YADD (per
GMDSS), PcALE (MIL-STD 188-141), PC-HFDL (HF ACARS) ed altri ancora. Ce
ne sono qualcuno piu' “sensibile” e qualcuno meno, qualcuno free e
qualcuno a pagamento ma, come del resto in altri settori, anche il gusto
personale gioca la sua parte. Al momento giusto li incontreremo ed
impareremo ad usarli, anche se personalmente preferisco usare software
multipurposes.
Se
per il “come” lo affronteremo di volta in volta (per ora basta
affermare che la stragrande maggioranza delle utility trasmette in
USB)... dove, in gamma HF, ascoltare? Nonostante quello che si possa
pensare, solo un ristretto spazio della gamma HF e' riservato alle
stazioni broadcasting e minore ancora e' quello riservato alle stazioni
radioamatore. Con una battuta potremmo dire che tutto il resto “e'
terreno di caccia”, anche se ben diviso e assegnato ai vari servizi
secondo disposizioni e accordi internazionali.
Qui
entra in gioco la propria esperienza di ascoltatore: vale a dire e'
fondamentale saper scegliere la gamma di frequenze giusta in funzione
del periodo della giornata (e della stagione) e della zona geografica
dalla quale si tenta un particolare ascolto. Le regole che in qualche
modo governano la propagazione in HF sono quelle che conosciamo e che
ovviamente valgono anche per gli ascolti UTE: fatti salvi i colpi di
fortuna (sempre in agguato) e le bizzarrie del nostro sole.
L'ostacolo piu' serio al quale andremo incontro sono gli orari ed e' facile capire il perche'.
Certe
comunicazioni, come ad esempio quelle militari (milcom), avvengono
on-demand, alla bisogna: quando c'e' da instaurare un collegamento lo si
fa', non si aspetta un orario preciso per farlo. Altre avvengono ad
intervalli prefissati ogni n-minuti o n-ore mentre altre possono durare
una manciata di secondi ed avvenire casualmente poche volte al giorno se
non addirittura mai in una giornata. Altre ancora, specialmente quelle
dedite ai servizi meteo, hanno una precisa programmazione che e'
possibile reperire sul relativo sito internet. Altre ancora trasmettono
flussi continui 24/7. Questo significa che dovremo adottare strategie di
ascolto diverse a seconda della particolare stazione o network che
vogliamo ascoltare, anche se e' sempre possibile scegliersi una
ristretta fetta di gamma e spazzolarla certosinamente, decodificando e
indivuduando i segnali che incontriamo al suo interno.
Un
prezioso aiuto in questo senso e' offerto dai Log che, se ben
compilati, oltre ad informarci circa la probabilita' di ascoltare una
determinata stazione su una determinata frequenza, ci aiutano a
raggiungere quello che e' poi l'obbiettivo dell'ascolto:
l'identificazione della stazione/organizzazione della stazione utility
ascoltata. Vediamone un esempio:
12934.0 HLG: Seoul Radio KOR 21:25 CW CQ DE HLG HLG HLG QSX 12MHZ mkr
14776.0 FC1FEM: FEMA Region 1, Maynard MA USA 22:36 ALE/USB sndg
14776.0 CAOFEM001: FEMA Caribbean Area Office, San Juan PR USA 22:01 ALE/USB sndg
14776.0 FC6FEM: FEMA Region 6, Denton TX USA 23:16 ALE/USB sndg
14914.0 004NERCAP: US Civil Air PatrolNorth Eastern Region, US 23:22 ALE/USB sndg
15043.0 HAW: USAF Ascension Island Atlantic Ocean 21:47 ALE/USB "L/C HOW ME"
15043.0 JNR: USAF Puerto Rico Salinas PR 21:52 ALE/USB sndg
18170.5 : MIL unid 19:45 STANAG 4285 USB/600L crypto
21949.0 GS06: HFDL Hat Yai THA 12:37 ARINC-635 squitters
21982.0 GS15: HFDL Al Muharraq BHR 12:43 ARINC-635 wkg flight 6E0043,..
Il formato con cui sono compilati e' il seguente:
frequenza in Khz
callsign o ID della stazione:
organizzazione/localita'/paese che opera quella stazione
orario UTC dell'ascolto
modalita' della trasmissione ricevuta
annotazioni circa il contenuto
ad esempio, la riga:
14776.0 CAOFEM001: FEMA Caribbean Area Office, San Juan PR USA 22:01 ALE/USB sndg
sta'
a significare che alle 22:01 utc sulla frequenza 14776.0 KHz/USB e'
stato ascoltato un messaggio di sounding (sndg) dalla stazione con call
CAOFEM001.
Attenzione:
questi sono gli unici dati oggettivamente ricavabili dal nostro
ascolto, ovvero: ora, frequenza,modalita' e call. Il resto avviene come
si dice in post-ascolto ed e' la parte interessante dell'ascolto UTE. Il
call rivela infatti che la stazione ascoltata fa parte del network
FEMA, ovvero Federal Emergency Management Agency, l'agenzia Federale
Statunitense per la gestione delle emergenze (potremmo dire la nostra
Protezione Civile). Tramite i Log di colleghi UTE-DXer che
raccoglieremo, o consulteremo in rete o qui sulla rivista, troviamo poi
che il particolare call da noi ricevuto (CAOFEM001) corrisponde alla
stazione di San Juan in Portorico, che ospita la sede dell'Ufficio FEMA
per l'Area dei Caraibi (Caribbean Area Office, abbreviato in CAO).
Con lo stesso procedimento, la riga:
12934.0 HLG: Seoul Radio KOR 21:25 CW CQ DE HLG HLG HLG QSX 12MHZ mkr
sta'
a significare che alle 21:25 utc sulla frequenza 12934.0 Khz in
modalita' CW abbiamo ricevuto in continuazione il messaggio CQ DE HLG
HLG HLG QSX 12MHZ dove HLG e' il call di Seoul Radio in Corea del Sud.
Essendo un marker (mkr) il segnale veniva ripetuto incessantemente.
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